La sigla di Nina&Olga
22 Dicembre 2020Casette da fiaba – intervista a Nicoletta Costa
26 Gennaio 2021Colpisce anche in questa nuova collana dedicata ai bambini più piccoli la capacità di Nicoletta Costa non solo di inventare i personaggi e di illustrare le loro storie con un tocco unico, ma anche quella di riuscire a comprendere che cosa si muove nel mondo interno dei bambini.
“Orso Blu non vuole dormire!”,” “Orso Blu non vuole mangiare!”, “Orso Blu non vuole condividere!”, “Orso Blu non si sente capace!” sono i primi titoli di questa collana che prendono spunto da alcuni comportamenti consueti dei bambini più piccoli.
Orso Blu è l’oggetto su cui Tom proietta le sue paure, le sue emozioni e i suoi desideri. È la parte più intima del bambino nella quale emergono anche la sua impotenza e il suo bisogno di contenimento. Orso Blu e Tom sono legati da un rapporto molto forte, uno è un po’ l’altra faccia dell’altro. Tom è la parte per così dire più matura, Orso Blu quella più infantile. Gli altri amici e la mamma fanno da sfondo alle avventure dei due.
La collana si apre con il libro “Orso Blu non vuole dormire!” nella quale Nicoletta Costa ci presenta Tom, Orso Blu e i loro amici.
È esperienza di tutti i genitori trovarsi davanti al bambino che non vuole andare a dormire o non vuole mangiare qualcosa. Sono situazioni di ogni giorno che però possono anche diventare difficili da gestire.
Possiamo chiamarli capricci, opposizioni, ma anche manifestazioni del carattere del bambino. C’è sempre un motivo dietro a questi comportamenti che può essere il bisogno di richiamare l’attenzione su di sé o un bisogno di contenimento o altro ancora.
Tornando a “Orso Blu non vuole andare a dormire!”, sono magnifiche le pagine in cui Orso Blu è incontenibile, vuole costruire una torre, salta sul letto, vuole bere tanta acqua e vuole persino andare sulla luna. In questo caso Tom non riesce a fermarlo ed è solo dopo l’intervento anche un po’ forte della mamma che Orso Blu si riesce a calmare.
C’è una differenza tra questo libro e gli altri tre finora usciti. Qui Tom da una parte insegna le cose a Orso Blu come, per esempio, che le foglie gialle cascano in autunno, dall’altra si fa però trascinare da Orso Blu nei tanti giochi che l’orsetto si inventa per non andare a dormire.
A questo proposito, si ha l’impressione che in questo primo libro i personaggi si stiano ancora delineando nella fantasia di Nicoletta per poi assumere dei caratteri più definiti nei libri successivi. In altre parole, qui vediamo come si sviluppa il processo creativo dell’artista.
Per quanto riguarda gli altri tre libri, ognuno ha una sua peculiarità, ma ciò che li unisce è proprio il tipo di relazione che si crea tra Tom e Orso Blu.
Sembra infatti essersi creata una relazione d’aiuto tra i due personaggi nella quale Tom, cercando di mettersi nei panni di Orso Blu, trova sempre il modo di convincerlo facendo le cose insieme a lui.
Nascono così dalla penna di Nicoletta Costa dei passaggi dolcissimi come quello in cui preparano le polpette di Pongo che Orso Blu non vuole mangiare. Poi però la mamma prepara le polpette di spinaci che invece Tom non vorrebbe mangiare perché non gli piacciono le cose verdi, ma pensando a Orso Blu invece le mangia.
Oppure quello in cui Tom va sullo scivolo con Orso Blu che ha paura e non si sente capace o ancora quando suggerisce una merenda per risolvere la questione del regalo per Bambola Bella che Orso Blu si è preso per sé.
Tutti i titoli dei libri contengono l’avverbio “non” che può dare un senso di negativo. Non conosco il motivo di questa scelta che potrebbe essere anche solo di tipo editoriale, vorrei qui fare una considerazione di tipo psicologico in proposito.
Paradossalmente nello sviluppo del bambino sono più importanti i no che i sì. Sono più importanti
quelli che il bambino dice che così facendo si definisce, esce dallo stato di indifferenziazione / fusione con la madre e lo sono anche quelli della madre che in questo modo pone dei limiti e fa un’azione di contenimento alle volte necessaria.
Per associazione viene in mente il concetto di “oggetto transizionale” introdotto dallo psicoanalista Donald W. Winnicott che si riferisce a quei particolari oggetti che assumono una grande importanza in un determinato momento del processo di sviluppo del bambino in quanto rappresentano il passaggio dalla dipendenza assoluta dalla madre alla dipendenza relativa da lei.
In fondo l’orsacchiotto è uno degli oggetti transizionali per eccellenza, quindi in questo senso lo è anche Orso Blu.
Per tutte queste ragioni penso che i bambini apprezzeranno molto questi libri e i genitori vi potranno trovare dei piccoli e utili stratagemmi da utilizzare con i propri figli.
Helen Brunner
Psicologa Psicoterapeuta